venerdì, febbraio 29, 2008

SEMPRE IN 90 IN UN’AULA DA 40

Ormai la prof ci ha soprannominati o “popolo del pavimento” o “hobbit”!

giovedì, febbraio 28, 2008

Esta soy yo asustada y decidida….
(El Sueño de Morfeo)

Questa sono io spaventata e decisa...

mercoledì, febbraio 27, 2008

"Ti chiedi a che prezzo. Chi deve pagare."
(Sempre Nomadi)

lunedì, febbraio 25, 2008

“Sai qual è la distinzione tra confidarsi e confessare?
La sottile convinzione di un COSTO da pagare.”
(Sempre Nomadi)

venerdì, febbraio 22, 2008

AIM BEC!!

Eccomi di nuovo…è ricominciata la vita torinese e con lei le lezioni con tutti i loro pasticci! A cominciare da lingua inglese: in 87 in un’aula da 40 posti! Oggi c’era gente anche dietro la cattedra…e non scherzo!!
Poi…come non nominare il corso di ispano-americano, spostato di orario con due giorni di preavviso…e se le ore coincidono esattamente con il corso di inglese (a frequenza obbligatoria!!) …e se ormai il carico didattico non è più modificabile….
Altro corso: psicolinguistica!!! Ovvero la relazione tra la nostra mente e il linguaggio! La psicolinguistica in pratica dovrebbe spiegare come mai i parlanti hanno dei lapsus come: “SONO REZZI E MOSCHINI” e….dadaaaaan: “GALLANO AMERICHETTO”!!

Gente…per fortuna che mi manca solo più un anno e mezzo!

domenica, febbraio 17, 2008

I TRADUTTORI (ED ELISA) SARANNO CONTENTI DI LEGGERE QUANTO SEGUE!!

“pane al pane, vino al vino” = “Bread to bread, wine to wine”

“te lo dico papale papale” = “I tell you popely popely”

“in quattro e quattr’otto” = “In four and four eight”

“ma fammi il piacere!” = “But make me the pleasure!”

“Ho le gambe che fanno giacomo giacomo” = “I have my legs that are doing james james”

“Ma chi me lo fa fare?” = “But who makes me make it?”

“Chi si è visto si è visto!” = “who has been seen, has been seen!”

Ma la più bella è…”Che Dio t’assista!” = “Which God taxidriver!”

Mi sembra che queste traduzioni non facciano una piega….come dire…they don’t make a fold!

venerdì, febbraio 15, 2008

Quando vedo che tutto attorno a me evolve, va avanti, arriva lo sconforto…e l’affanno! L’affanno di dover fare, dover costruire, stare al passo del mondo…stare ai tempi degli altri!
Poi mi rendo conto che…ogni cosa arriverà a suo tempo, che ognuno ha tempi diversi! che giorno dopo giorno anche io sto costruendo…anche noi stiamo costruendo!

giovedì, febbraio 14, 2008

IL PADRE NOSTRO

Non dire: Padre,
se ogni giorno non ti comporti come un figlio.

Non dire: Nostro,
se vivi isolato nel tuo egoismo.

Non dire: Che sei nei Cieli,
se pensi solo alle cose terrene.

Non dire: Sia santificato il tuo nome,
se non lo onori.

Non dire: Venga il tuo Regno,
se lo confondi con un risultato materiale.

Non dire: Sia fatta la tua volontà,
se non l’accetti quando è dolorosa.

Non dire: Il nostro pane quotidiano,
se non ti preoccupi della gente che ha fame.

Non dire: Perdona i nostri debiti,
se conservi rancore verso tuo fratello.

Non dire: Liberaci dal male,
se non prendi posizione contro il male.

Non dire: Amen,
se non hai capito o non hai preso sul serio la parola del Padre Nostro.

martedì, febbraio 12, 2008

SCUSA MA TI CHIAMO AMORE

Ieri sono andata a vedere “Scusa ma ti chiamo amore”.
Che dire….un condensato di topici della letteratura mocciana: la coppia di diciottenni alle prese con sesso, le pazzie adolescenziali, l’innamoramento che sembra debba durare tutta la vita…e poi…poi personaggi stereotipati: la ragazzina sfrontata, l’uomo in carriera oppresso dal lavoro, la fidanzata tiranna e l’altro uomo infedele. Carino, un film che fa sognare, ma che mi fa dire… “se la vita fosse tutta qua, saremmo messi bene!”. Unico risvolto positivo: Raul Bova. :)

Il mondo Moccia finisce con il diciottesimo compleanno…mi piacerebbe vedere come sono messi i suoi personaggi qualche anno dopo, alla luce di come hanno impostato la loro vita durante il film…

sabato, febbraio 09, 2008

CAVOLATA DIVERTENTE!!

Le 6 'verità' della vita:

1) Non puoi toccare tutti i tuoi denti con la lingua;
2) Tutti i deficienti, dopo aver letto la prima 'verità', la provano;
3) La prima 'verità' è una bugia;
4) Ora stai sorridendo perchè tu sei un deficiente;
5) Manderai subito questa mail ad un altro/a idiota;
6) Ora c'è uno stupido sorriso sulla tua faccia.


...e adesso scrivete se ci siete cascati!! :)

giovedì, febbraio 07, 2008


E' esattamente questo l'esserino beato che si fa spazio nel mio armadio!!
Di gatti che dormivano negli armadi ne abbiamo avuti….ma gatti che per dormire negli armadi buttassero fuori i vestiti non c’era ancora successo…

martedì, febbraio 05, 2008

RICORDI DI INFANZIA

Di Giulia mi ricordo che era la mia migliore amica…e che quando giocavamo a “Napoleone dichiara guerra a …” lei si chiamava Cicciosauro,
di Chiara mi ricordo l’esercito di barbie che aveva e quanto volentieri andassi a giocare a casa sua, mi ricordo anche però che mi aveva “rubato” Giulia in quinta elementare…
di Giuliana mi ricordo che una volta mi aveva aperto la porta del bagno….involontariamente, diceva lei….
di Ivan mi ricordo che aveva sempre i pantaloni della tuta al contrario, sì, con la tasca davanti e di quanto diventava paonazzo quando sudava!
di Gabry…di Gabry oltre al fatto che ero follemente innamorata di lui, mi ricordo che aveva sempre il moccolo al naso, che tornando a casa da scuola tutti i giorni ci menavamo e che una volta lo avevo fatto venire a casa mia ad insaputa delle altre mie compagne,
di Ale, uau…di Ale mi ricordo che a casa sua si mangiava pane e marmellata (fatta in casa!) e si beveva una bibita fatta con i gambi delle ciliegie…i suoi erano salutisti! Poi andavamo nell’orto a rubare piselli e semi di zucca!
poi…Roberta…mi ricordo il suo primo giorno di asilo, durante il quale mi ha messa con le spalle al muro e mi ha tirato uno di quegli enormi (all’epoca erano enormi…) palloni su cui si saltava, e poi mi ha detto:”me l’ha insegnato la mia mamma!”
di Stefania mi ricordo il suo bigliettino di prima comunione con bouquet, acconciatura super e posa da vamp, mi ricordo poi che insieme a Roberta e Alessandra era intrattabile perché rideva qualsiasi cosa le dicessi!


Me recuerdo que Giulia era mi mejor amiga y que la llamábamos “Cicciosauro” (porque era gordita),
Me recuerdo que Chiara tenía un montón de barbie y que por eso yo iba a jugar en su casa con mucho gusto, luego me recuerdo que “robó” a mi mejor amiga Giulia cuando teníamos 10 años,
Me recuerdo que Giuliana me abrió la puerta del aseo...ella decía que no lo hizo a drede,
Me recuerdo que Ivan siempre tenía los pantalones del chandal al revés, sabes, con el bolsillo delante y me recuerdo también que se ponía muy colorado cuando corría,
De Gabry...de Gabry me recuerdo que yo estaba muy enamorada de él, que siempre tenía mocos en la nariz y que siempre que volvíamos juntos del colegio nos pegábamos, además una vez lo invité a mi casa sin que las demás compañeras lo supiesen,
¡De Ale me recuerdo lo salutistas que eran sus padres! Siempre que iba a su casa, merendámas pan y marmelada (hecha por ellos) y una bebida hecha con los tallos de las cerezas. Además íbamos a la huerta para robar guisantes y semillas de calabaza...
¡De Roberta me recuerdo su primer día en el jardín de infancia! Me arrinconó y me tiró una de esas pelotas enormes (entonces me parecían enormes) que se utilizaban para saltar y luego me dijo: “¡me lo ha enseñado mi mamá!”
Y luego de Stefania me recuerdo su tarjeta de primera comunión con ramo de flores en las manos y peinado supercuidado. De ella me recuerdo también lo pesada que era cuando estaba con Roberta y Alessandra: las tres reían sin parar todo rato...

lunedì, febbraio 04, 2008

sabato, febbraio 02, 2008

L' E TORNA CARLEVE!!!!

LA BATTAGLIA DELLE ARANCE

Il tradizionale getto delle arance affonda le sue radici intorno alla metà dell’ottocento. Ancor prima, e più precisamente nel Medioevo, erano i fagioli i protagonisti della battaglia.Si narra infatti che due volte all’anno il feudatario donasse una pignatta di fagioli alle famiglie povere e queste, per disprezzo, gettassero i fagioli per le strade. Gli stessi legumi erano anche utilizzati in tempo di carnevale, come scherzosi proiettili da lanciare addosso ad improvvisati avversari. Intorno agli anni trenta e sessanta del secolo scorso, insieme a coriandoli, confetti, lupini e fiori, le ragazze lanciavano dai balconi, mirando le carrozze del corteo carnevalesco, qualche arancia. I destinatari erano giovincelli dai quali le stesse ragazze volevano essere notate.Dalle carrozze si iniziò a rispondere scherzosamente a tono e, poco a poco, il gesto di omaggio si trasformò prima in duello, quindi in un vero e proprio testa a testa tra lanciatori dai balconi e lanciatori di strada. Solo dal secondo dopoguerra la battaglia assunse i connotati attuali seguendo regole ben precise.Ancora oggi lo scontro si svolge nelle principali piazze della città, e vede impegnati equipaggi sul carro (simboleggianti le guardie del tiranno) contro le squadre degli aranceri a piedi i popolani ribelli) costituite da centinaia di tiratori. Si tratta indubbiamente del momento più spettacolare della manifestazione che ben evidenzia la lotta per la libertà, simbolo del carnevale eporediese. La battaglia delle arance insieme a tutti gli eventi storici presenti nella manifestazione di Ivrea, costituisce un’incredibile patrimonio culturale e goliardico, che posiziona la festa tra le più importanti nel panorama nazionale ed internazionale. Il getto dello arance rappresenta anche il momento in cui è più alta la partecipazione collettiva: tutti possono prenderne parte, iscrivendosi in una delle nove squadre a piedi oppure divenendo equipaggio di un carro da getto.


LA STORIA
La ricostruzione storica del Carnevale di Ivrea evidenzia due momenti distinti:un Carnevale sei-settecentesco, contraddistinto da elementi arcaici e comuni nei vari momenti festivi dell’epoca;un Carnevale ottocentesco in cui la municipalità eporediese se ne impossessa, anzi il Carnevale diventa supporto essenziale per una nuova identità urbana.La prima fase testimonia come sino ad allora la manifestazione fosse stata un momento essenzialmente popolare e pubblico, governato dalle badie giovanili.Gli Abbà, che troviamo documentati ad Ivrea alla guida dei cortei carnevaleschi, erano i rappresentanti di “ quel mondo alla rovescia, i “tutori del disordine”. I giovani eporediesi accompagnati dalle bande di pifferi e tamburi assumevano quell’aspetto militaresco tipico componente nel rituale delle feste per l’avvento della primavera.I vari festeggiamenti di carnevale erano divisi tra le varie parrocchie e avevano nell’abbruciamento degli scarli, il martedì grasso, il loro momento principale. Quest’ultimo rito prendeva inizio con “le zappate”, il riavvolgimento della zolla di terra, elemento carico di significati per propiziare la fertilità. In questa simbologiaè fondamentale la presenza degli ultimi sposi dei vari rioni, incaricati di dare inizio simbolicamente allo scavo delle fosse per l’erezione degli scarli. Gli Abbà, la sacralità delle fiamme nel gran falò di chiusura, e la zappata, erano gli unici momenti di ritualità obbligata in una festa che nella logica del carnevale viveva la sua natura trasgressiva.La funzione sociale dei giovani, come detentori degli usi tipicidel “mondo alla rovescia”, ovvero dei giorni di carnevale, si può supporre che fosse il traino per affollare mascherate a piedi, a cavallo e sui carri. Partendo da questo sostrato di antiche reminescenze, la festa eporediese venne ampiamente rivisitata durante il XIX secolo.Le riforme dell’Ottocento avviarono poi un processo di storicizzazione: ad un carnevale per nulla storico, si sovrappose una rappresentazione di libertà. Il carnevale diviene indice di grandezza cittadina, i grandiosi ricordi della storia di Ivrea trovano linfa vitale nei successivi momenti della storia nazionale: dapprima della cultura dello Stato Sabaudo della Restaurazione, ed in seguito in un manifestarsi crescente degli entusiasmi di un Risorgimento Nazionale. La rivisitazione o l’invenzione della “leggenda del carnevale di Ivrea” va dunque collocata all’interno di quell’ampio fenomeno culturale caratterizzante l’ottocento europeo.Per circa mezzo secolo fiorirono racconti, ballate, epici romanzi.Il 1858 segna il momento più alto di questa rivisitazione. Nel corso del galà carnevalesco fu introdotto un carro trionfale recante l’eroina della festa, la Vezzosa Mugnaia. Il carro era preceduto da araldi, trombettieri, armigeri in costume di medioevo e da scudieri portanti il picco e la zappa. Dall’alto del loro cocchio dorato, le Mugnaie Eporediesi, indossati i colori del Risorgimenti nazionale, attraverseranno tutto il restante ottocento per giungere con il loro sottile fascino sino ai giorni nostri. Nella figura di Violetta si coglie dunque una esplicita allegoria volta a raccontare il sogno e le aspirazioni risorgimentali di una città della provincia eporediese di metà secolo.




ESAMI E SIMILI....

Genteee!!
Giornata campale l’altroieri! Qualche giorno fa sono riuscita a prendermi uno stupendo mal di gola condito di naso non pieno, ma…ermetico direi! Così giovedì sono andata a dare un esame con il fazzoletto in mano e l’odore di eucalipto addosso! La cosa brutta è che quando non sto bene ne risente il mio linguaggio….e la mia memoria! Così ho avuto tanti piccoli vuoti cosmici proprio durante l’esame! Vuoti cosmici di concetti…della serie: “lei faccia la domanda, ci penso un attimino e tra 20 secondi le rispondo, sa ho i riflessi un po’rallentati!”, ma soprattutto di parola, sapete quando il concetto ce l’hai lì ben in mente e la parola non ti esce!!! Che nervoso!!!
E più andavo avanti così e più il mio cervellino invece che concentrarsi su cosa dovevo dire, pensava: “Qs è un 28….un 27…cavolo…qs è un 26….allarme rosso!! Allarme rosso!! 25!! 25!!”

Lasuma perde….