venerdì, marzo 28, 2008

LA MIA PRIMA (E FORSE ULTIMA!) PAGINETTA

Io non so scrivere. Io detesto scrivere. Perché la scrittura di un romanzo, di una lettera o di cos’altro implica tempo e implica ragionamento. Tempo che non voglio mai aspettare, perché oggi si è abituati a volere tutto e subito. E poi ragionamento…ragionamento sul fronte concettuale e ragionamento sul fronte stilistico. A volte, diciamo spesso, i concetti ci sono: idee che si schiariscono dopo una fitta nebbia, considerazioni su questo e su quello…Problema: rimangono idee, rimangono sentimenti. Brevi frasi impresse su foglietti volanti. Non hanno seguito perché non so dar loro seguito. Una riga. Cinque righe. Stop. Alla mia dispersione orale si contrappone un sintetismo scritto, che già che ci sono ringrazio perché mi permette di scrivere i riassunti in inglese in una maniera quantomeno decente.
In realtà…in realtà mi basta il concetto, l’essenziale, che è ciò che non riesco a cogliere mentre leggo un libro di Eco. Soggetto, verbo, complemento oggetto. Tema, sviluppo del tema, conclusioni. E’ tanto difficile? Noi italiani ci perdiamo in metafore e pomposità linguistiche…inutili pomposità linguistiche. Sì, sì…la bellezza del linguaggio direte voi…e io dico: un testo per quanto possa essere scritto bene non potrà mai suscitare nel cuore ciò che invece suscita la visione di una montagna innevata che rischiara il cielo. Tante volte, tornando a casa la sera tardi, mi sono trovata di fronte ad un paesaggio così, tante volte ho pensato ad un modo per descriverlo. Non ne ho mai trovato uno degno. E’ vero, io non sono Eco. Ma sta di fatto che le innumerevoli pagine in cui descriveva quel cavolo di portone più che aprirmi il cuore mi hanno fatto venire il latte alle ginocchia.
Ecco cosa critico! Critico la forma senza il contenuto. Lo stile senza il concetto. L’arte per l’arte. L’estetismo.
E per estensione critico il concetto nascosto. Il concetto subordinato alla forma.

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