Ieri ho passato tutta la mattina a chiedermi insieme a Umberto Eco se è possibile evitare una definizione di traduzione come negoziazione...
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10 commenti:
mumble...mi sto chiedendo se questo frequente comparire del temibile nome di u. eco sul blog "marziano" (che è più fine, o forse no, di "martano") sia dovuto a qualche attività lavorativa (e quale lo prevede?) oppure a qualche particolare studio (e quale lo prevede?) oppure ancora a semplice diletto (leggi masochismo)...
ah..umberto...come non mi manca...lo so a memoria quel libro..anche perchè di cose furbe ne dice quattro in croce..tutto il resto è una grande emerita c.....^^'isa
io invece adoro quel libro ( a parte gli esempi in duecento lingue)!!
a me il termine negoziazione non è mai piaciuto.. mica si negozia con una cosa inanimata (parola) o assente (autore dell'opera originale) e neanche con se stessi...
uhm uhm...Avrei usato il termine "compromesso" ecco...
ps. non ditelo ad Umberto! :-D
giada! :-)
...ECO TI HA DATO ALLA TESTA...NON PUO' PIACERTI UN LIBRO SULL'EGO DI ECO...(AH..HO FATTO LA BATTUTA..)isa..
a me invece negoziazione invece piace molto... forse perchè invece vedo il libro come qualcosa di animato, qualcosa che mi dice cosa posso o non posso fare mentre lo traduco, che mi riempie di orgoglio quando riesco a trovare la parola giusta e che mi fa stare male quando invece non ci riesco... E si, secondo me negoziamo anche con noi stessi, quando passiamo ore davanti a una parola domandandoci se è una scelta azzardata o se è geniale...e alla fine negoziamo tra le varie possibilità...
E' normale che i traduttori che scrivono libri che parlano di traduzione siano un po' egocentrici ( perchè, Morino non lo era?) perchè parlano di un'esperienza che hanno fatto loro traducendo il libro
il frequente ricorso del nome di qs luminare della lingua nonchè della letteratura italiana contemporanea è dovuto al fatto che un suo libro è inserito nel programma di un esame che non mi decido mai a dare!!! si tratta di "dire quasi la stessa cosa", un libro sulla traduzione. interessante, non c'è dubbio, ma con un'unica grande pecca: più che far luce sui problemi traduttivi (cosa che indubbiamente fa, ma che in un certo senso passa in secondo piano), dà gloria a chi lo ha scritto, perchè chi lo ha scritto l'ha fatto proprio con qs intento (e qui sono d'accordo con isa!)!
mi scusi il signor eco se gli faccio notare che l'argomento viene in certo modo offuscato da questa sua smania di far sfoggio del suo sapere (indubbiamente moooolto ampio), ma a volte talmente ampio da irritare il lettore, che poverino, ha anche altro da fare oltre a leggere e documentarsi e leggere e studiare...
permettetemi una battuta per chiudere, più che egocentrismo, in qs caso si dovrebbe parlare di ecocentrismo! =)
per giove, come siete dotte tutte quante...
cotanta "dottezza", oltre a sovrastarmi, mi affascina, ma con altrettanta onestà devo ammettere che sono ben contento che noi ingnegneri elettronici non abbiamo mai dovuto sorbirci un libro del temibile eco per completare gli studi...
l'uniche esperienze di eco che ho fatto sono: una bellissima introduzione ad una raccolta di PEANUTS (ne riporto una simile ma di altro autore sul mio blog, in cui si parla del mio avatar charlie brown), e qualche urlo a squarciagola in montagna (ma credo si trattasse di un altro genere di eco).
detto ciò, devo dire che questa competenza nel campo umanistico ve la invidio non poco, la tecnica è un mondo così freddo...
propongo un Premio Nobel a Marta per aver coniato il termine Ecocentrismo!
:-D
grassie giada, grassie!!!=))
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